Negli ultimi tempi ci si imbattute con maggiore frequenza in questioni legate alla tutela della privacy di persone decedute, in particolare riguardo all’utilizzo di immagini e fotografie. Abituati a ragionare sulla protezione dei dati in relazione a soggetti viventi, risulta spesso insolito – e per certi aspetti anomalo – parlare di privacy post mortem. È quindi utile fare chiarezza su un tema poco trattato, forse anche per ragioni “scaramantiche”.
La morte di una persona, soprattutto se a noi cara, solleva inevitabilmente questioni di carattere legale, patrimoniale ed emotivo. Tra queste emergono con sempre maggiore rilevanza, nell’era digitale, gli interrogativi legati alla tutela della privacy del defunto.
Contrariamente a quanto si possa pensare, la cessazione della vita biologica non implica automaticamente la fine della protezione delle informazioni personali e dell’identità.
NORMATIVA E "DIRITTO ALL'OBLIO" DOPO LA VITA
In linea generale, con la morte il diritto alla riservatezza – come inteso dal Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR) – cessa di esistere. Il GDPR, infatti, si applica esclusivamente alle persone fisiche viventi.
Tuttavia, ciò non significa che le informazioni del defunto siano del tutto prive di tutela. Il diritto italiano e le interpretazioni del Garante per la Privacy, riconoscono che alcuni aspetti della sfera personale del defunto possano e debbano essere preservati, in particolare:
E’ utile precisare che l’applicazione di tali diritti non possono essere esercitati se il defunto ha espresso in vita un divieto esplicito, scritto e non equivoco.
I DATI DIGITALI COME “EREDITÀ”
Il problema della privacy post-mortem si è intensificato con la crescita del cosiddetto patrimonio digitale, che include:
Molte piattaforme digitali hanno introdotto alcune politiche specifiche:
In assenza di disposizioni preventive, gli eredi devono seguire le procedure stabilite dai singoli provider di servizi, che spesso richiedono documentazione ufficiale (ad esempio, il certificato di morte) e la prova del rapporto di parentela o del ruolo di eventuale esecutore testamentario.
COME TUTELARSI IN VITA
Per garantire che la propria volontà in materia di privacy sia rispettata anche dopo la morte, è consigliabile:
La tutela della privacy dei defunti rappresenta quindi un equilibrio delicato tra il diritto alla memoria, la protezione della reputazione e la volontà espressa in vita (o mancata espressione). È un tema in continua evoluzione, strettamente legato alla nostra identità digitale, che richiede attenzione e lungimiranza da parte di ogni cittadino.