La fine del 2025 si avvicina rapidamente, ma per le aziende italiane resta un appuntamento imprescindibile: quello con la sicurezza informatica. Mentre molti si godevano il meritato riposo estivo, i cybercriminali non hanno lavorato intensamente. Il messaggio che emerge dal report State of Cybersecurity è inequivocabile: nei primi sei mesi del 2025, i tentativi di attacco contro le imprese italiane sono aumentati del +14% rispetto al 2024.
Un incremento che non lascia spazio ad alibi. Il rischio cyber non è solo reale, ma cresce in volume, complessità e impatto, colpendo in modo trasversale tutti i settori produttivi.
Le Armi e le Origini degli Attacchi: Uno Sguardo ai Grafici
Gli aggressori concentrano i loro sforzi sulle vie d'accesso più vulnerabili: Cloud, network ed endpoint rimangono le "porte" predilette per accessi sospetti e furti di credenziali.
Analizzando le armi utilizzate, come evidenziato il panorama è chiaro:
Parallelamente, la geografia degli attacchi conferma che la Cina si posiziona come la principale fonte di minacce, seguita nell’ordine da USA, Russia e India, delineando un quadro geopolitico del cyber-rischio.
La Mappa Settoriale del Rischio: Nessuno è Escluso
La distribuzione settoriale delle vittime svela i bersagli più ghiotti per i cybercriminali:
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Settore |
Attacchi (H1 2025) |
Variazione vs. 2024 |
Descrizione |
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Manufacturing/Industry |
2.897 |
+20% |
Il settore più bersagliato, probabilmente per la sua interconnessione IT/OT. |
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Finance/Insurance |
2.613 |
+20% |
Obiettivo privilegiato per la ricchezza di dati sensibili. |
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Fashion/Design |
702 |
+4,4% |
Settore emergente nel mirino grazie alla digitalizzazione crescente. |
A seguire, settori cruciali come il farmaceutico, l'energia, l'alimentare, la GDO e la sanità mostrano tutti incrementi tra il 4% e il 4,4%. L'interpretazione di questa "mappa settoriale" è univoca: non esiste più un settore considerato "troppo di nicchia" per essere attaccato.
L'Allarme PMI e l’utilizzo della AI
Il punto più dolente del report riguarda le piccole e medie imprese (PMI). Se un tempo si sentivano al riparo, oggi non è più così. Il grafico che traccia gli incidenti PMI mostra un allarmante aumento: +10% di attacchi nel primo semestre 2025, passando da 2.110 a 2.314 incidenti. Le PMI rappresentano ormai il 27% degli incidenti totali gestiti.
La digitalizzazione ha esposto queste realtà, le cui difese faticano a tenere il passo. A peggiorare lo scenario, i criminali stanno alzando il livello tecnologico: la previsione è che entro la fine dell’anno, almeno il 30% degli attacchi sarà potenziato dall’intelligenza artificiale. Tradotto: campagne di phishing automatizzate e malware capaci di adattarsi in tempo reale.
Bisogna Agire
I dati di Certego non lasciano dubbi: non c’è più da chiedersi "se" l’azienda sarà attaccata, ma solo "quando". La questione non è solo il volume, ma la sofisticazione crescente degli attacchi. Senza un monitoraggio avanzato e una formazione adeguata del personale, una PMI rischia di pagare un prezzo altissimo in termini di blocco della produzione soddisfazione degli ordini e inevitabili e forti danni reputazionali.
La difesa è comunque possibile, ma richiede un cambio di prospettiva e di mentalità immediato:
Mentre ci avviciniamo a grandi passi al 2026, l'unica agenda che conta è quella della sicurezza. È il momento di fare il punto nella Vostra organizzazione e prepararsi al livello di minaccia che sale sempre di più.